domenica 9 giugno 2013

Stupidario sulla scuola

errori comuni riguardo alla scuola

Iniziamo uno stupidario sulle sciocchezze che circondano il mondo scolastico.

Gli insegnanti lavorano poco, solo 18 ore e hanno tre mesi di vacanza...

1) Falso: 18 non sono le ore di lavoro, ma solo quelle di insegnamento, che è una parte, seppure la più importante del lavoro docente. L'insegnamento va preparato, bisogna preparare (prima) e correggere (poi) i compiti scritti, partecipare alle riunioni collegiali (collegi docenti, consigli di classe, dipartimenti disciplinari, ecc.). E la preparazione deve essere tanto prossima (preparare la lezione del giorno dopo il giorno prima) quanto remota: aggiornarsi (leggere: libri e riviste, partecipare a corsi di aggiornamento, conferenze, tenersi aggiornati anche su internet).

2) Tre mesi di vacanza: falso. Per una buona metà dei docenti della scuola superiore il lavoro si protrae fino a metà luglio, per gli esami di stato e riprende a inizio settembre, anzi ormai per molti all'ultima settimana di agosto. Non sono "tre mesi", quindi. E' vero che si tratta comunque di ferie maggiori di quasi tutti gli altri lavori (ma non quello degli albergatori di molte località marine, per esempio, che si "riposano" da ottobre ad aprile), ma tale maggior lunghezza si spiega a) con il carattere stressante del lavoro docente (è il secondo nella classifica dei lavori stressanti, dopo quello di pilota di aereo), b) con l'esigenza di dare anche ai ragazzi un adeguato periodo di stacco dallo studio.

a proposito, i ragazzi andrebbero riempiti molto più intensivamente di nozioni, ci vogliono più giorni e più ore di scuola possibile!

Sbagliato: paesi all'avanguardia nel sistema educativo come la Finlandia hanno orari e calendario molto più "leggeri" dei nostri. E' un errore puntare sulla quantità e sono in tanti a non volerlo capire, a partire dalla Gelmini, che ha costretto le scuole a fare ore di 60 minuti invece dei precedenti 55, col risultato di appesantire inutilmente la giornata scolastica e di ridurre il tempo per lo studio al pomeriggio.
La verità è che al giorno d'oggi i ragazzi hanno dei canali per reperire informazioni che le generazioni precedenti si sognavano. Non si tratta perciò di imbottirli di contenuti, ma di insegnare loro innazitutto una criticità di approccio alle informazioni e una adeguata gerarchia di importanza delle conoscenze (senza nulla togliere al fatto che alcune, anzi molte cose devono essere imparate).