giovedì 28 febbraio 2013

Movimento 5 Stelle

un fatto

Non lo si può più ignorare, come hanno fatto Berlusconi, Monti e Bersani. Ci sembra che esso esprima:
  • un disagio per la crisi economica, sentito soprattutto tra i giovani come preoccupazione per il posto di lavoro
  • accentuato da una indignazione per la corruzione e i privilegi della casta, vista come autroreferenziale e insensibile al volere dei "cittadini"

perché è da respingere

  • Perché non ha un patrimonio teorico di riferimento: pretende di rappresentare "la" gente, "i" cittadini, come se non ci fossero diverse visioni del mondo e diversi interessi.
  • Perché non ha una programma che affronti convincentemente tutti  i problemi sul tappeto.
  • Perché non ha un personale politico adeguatamente formato e sperimentato: manda in Parlamento dei dilettanti allo sbaraglio.
  • Perché si illude di poter consultare continuamente "i cittadini", promessa evidentemente ingannanevole perché irrealizzabile.

martedì 26 febbraio 2013

E adesso? Grande coalizione!

Il centro-sinistra ha la maggioranza alla Camera, ma non al Senato. Per averla in quest'ultimo non gli bastano i voti (18) dei montiani, coi quali arriverebbe solo a 137, al di sotto dei 158 necessari.
L'unica soluzione è accardarsi col PDL, e a quel punto arrivare a una amplissima maggioranza.
Si obbietta: con una nuova grande coalizione si rafforzerebbe ancora di più il Movimento a 5 Stelle, già arrivato a percentuali enormi (attorno al 25%).
Ma si può rispondere: il M5S prende voti perché c'è la crisi, e finché c'è la crisi. Si stia insieme finché si esce dalla crisi (e non ci vorranno 5 anni), poi, quando la crisi sarà alle spalle, il M5S si sgonfierà e sparirà nel nulla. Solo a quel punto si voterà di nuovo.