Le nuove forme di famiglia, tra persone dello stesso sesso, sono una minaccia alla famiglia? Il problema è complesso: lo sarebbero se le persone diverse fossero tali per una scelta arbitraria e capricciosa; ma se ha ragione il Catechismo della Chiesa a dire che ci sono persone
con tendenze omosessuali profondamente radicate(§2358), cioè inestirpabili, allora non si dà proporzionalità inversa (tra le nuove famiglie e la famiglia tradizionale), perché le persone che danno vita a nuova famiglie non darebbero comunque vita a famiglie tradizionali; per tali persone l'alternativa non è tra famiglia tradizionale e nuova famiglia, ma tra nuova famiglia e solitudine, o, che non cambia molto, interminabile nomadismo affettivo, o ipocrita doppia vita.
Certo il legame tra persone dello stesso sesso non costituisce una famiglia in senso pieno e paritario con la famiglia tradizionale, tuttavia non vediamo obiezioni convincenti a che lo stato possa, senza ferire la giustizia, riconoscere loro una qualche forma di statuto giuridico. Controverso e spinoso resta il problema della adozione: prioritario su tutto è il diritto dei minori di crescere in un ambiente sano e accogliente, contrassegnato da gratuità e responsabilità, come non potrebbe essere un rapporto tra due adulti caratterizzato dalla compulsività. Non esiste un diritto di adulti ad avere un figlio (un figlio è sempre un dono, mai l'esito di una pretesa di possesso), esiste il diritto dei minori ad avere dei genitori responsabili e capaci di amore oblativo. Due genitori dello stesso sesso possono garantire ai figli un amore oblativo? Forse lo potrebbero, se vivessero il rapporto tra loro in modo oblativo e non compulsivo, cioè rispettando la sacralità dei loro corpi, cioè astenendosi da rapporti fisici, vivendo castamente. Ma, come si vede, la questione è tutt'altro che facile da definirsi. Nel dubbio, riteniamo sia meglio che due adulti soffrano per mancanza di figli, piuttosto che soffrano dei minori per mancanza di vero amore.
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