martedì 24 luglio 2012

semipresidenzialismo alla francese

Non ci piace. Non ci convince.
1) Non come metodo: ritorna, dopo mesi di silenzio, Berlusconi, e in quattro e quattr'otto mette in campo una propostina piccolina piccolina (una vera rivoluzione costituzionale) da far passare a colpi di maggioranza. Sono più di vent'anni che si parla di riforme istrituzionali e si sono battute in questi anni numerose vie, senza concludere niente. Su una cosa però hanno sempre concordato la maggioranza dei politici e dei commentatori: che una riforma costituzionale si fà solo con una larga convergenza delle forze parlamentari e nel contesto di un riordino complessivo dell'architettura costituzionale. Se si accorcia una gamba ad un tavolo bisogna accorciare anche le altre tre: la Costituzione è una realtà organica, non è fatta di compartimenti stagni.
Ora invece si cambia un solo punto (l'elezione del Presidente) senza mettere mano a un complessivo rifacimento della Costituzione, e lo si vuol fare a colpi di maggioranza (oltretutto una maggioranza che non esiste più), senza cercare ampie intese.

2) Non sono daccordo poi nel merito. La storia d'Italia è diversa da quella francese. Là c'è la tradizione del Re, che in qualche modo si perpetua nella figura del Presidente eletto dal popolo; l'Italia non ha una grande tradizione monarchica ma è un paese più simile alla Germania, che si esprime al meglio con un bilanciamento dei poteri. Meglio di una personalizzazione esasperata del potere sarebbe un sistema alla tedesca: soglia di sbarramento che tagli via i partitini, sfiducia costruttiva, ma centralità del Parlamento, magari reso simile a quello tedesco con due camere dai ruoli differenziati.

lunedì 16 aprile 2012

Follia al Politecnico: solo inglese

Qualcuno è uscito di cervello al Politecnico: si insegnerà in tale università italiana (ma lo è ancora) solo in inglese.
Come ha giustamente detto lo scrittore Sandro Veronesi, si tratta di "una follia tutta italiana, una scelta disperata". Altro è esigere la conoscenza dell'inglese, altro è parlare solo in inglese. Come ha giustamente osservato il linguista Luca Serianni si tratta di una scelta che indebolirà la capacità di ragionamento dei giovani.
Dovremmo essere più fieri della nostra identità, anche linguistica. Non svenderci a una cultura, che del resto ormai mostra segni di stanchezza.

martedì 10 aprile 2012

la Lega nella bufera

La Lega è nella bufera: colpito è nientemeno che il suo capo carismatico, Umberto Bossi. Suo errore la fiducia data a un uomo poco affidabile, Belsito, e il suo "familismo", che lo ha portato a desiderare che il figlio Renzo ereditasse il suo posto nella Lega, in virtù del suo cognome e non delle sue doti.
Epilogo della Lega? Fine definitiva della Seconda Repubblica? Qualcuno lo sostiene. Il giudizio sulla Lega non può che essere articolato:
a) la Lega si è fatta carico ed espressione di problemi reali (la oggettiva grande differenza tra Nord e Sud Italia, l'inaccettabilità di un approccio assistenzialistico ai problemi di arretratezza del Sud) ed ha sostenuto alcune tesi semplicemente vere;
b) lo ha fatto per lo più con rozzezza, ad opera di un personale politico piuttosto improvvisato, molto spesso rozzo e spesso succube del leader carismatico.
Non si può però liquidare la Lega come una grande buffonata, un fenomeno effimero e inconsistente, una grande bolla di sapone destinata a scoppiare senza lasciare traccia: troppo reali sono i problemi che la Lega ha sollevato, troppo vasto e profondo è l'eco che essa ha suscitato tra ampi settori della popolazione del Nord.
L'auspicio è che la Lega possa "purificarsi" e ritriovare una sua strada, meno rozza e meno urlata, più simile ad altre formazioni autonomiste e federaliste europee. E' interesse di tutti i democratici che ciò avvenga, e non una semplice "dispersione".

domenica 18 marzo 2012

cristiani in Siria

Interessante intervista a un vescovo siriano sui cristiani in Siria e il loro compito oggi: http://www.asianews.it/notizie-it/Nunzio-vaticano:-Per-la-Chiesa-in-Siria-%C3%A8-tempo-di-uscire-all%27attacco-e-non-stare-a-guardare-24257.html

lunedì 5 marzo 2012

la vita di un cane vale più della vita di un uomo?

Ci sono due casi recenti di esseri umani, in Italia, sbranati o uccisi da cani (randagi). Ora, non c'è dubbio che nella quasi totalità dei casi il randagismo è colpa di qualche essere umano, che ha abbandonato un cane. Ma questo non toglie che, dovendo fare i conti con l'unico mondo a nostra disposizione, che è quello reale, in cui c'è gente che abbandona i cani, ci si possa porre il problema di che fare, davanti al fenomeno di un randagismo pericoloso. Certo, la soluzione migliore sarebbe quella di "recuperare" i randagi, rieducandoli a un rapporto di fiducia verso l'uomo. Ma se ciò non fosse possibile? Vale più la vita di un uomo o quella di un cane? E' accettabile il rischio che un cane randagio, lasciato libero e vivo, possa assalire un uomo, ferendolo o magari uccidendolo? A nostro avviso il valore della vita umana è incommensurabile con quello di un cane. Dunque la risposta è netta, senza esitazioni: piuttosto che muia un solo uomo, meglio che muoiano mille cani.

martedì 17 gennaio 2012

Le staminali del cordone ombelicale efficaci nel trattamento del melanoma


E' un tumore maligno, difficilmente curabile, che causa il 75% dei decessi dovuti a neoplasie cutanee
di Paolo De Lillo

ROMA, domenica, 15 gennaio 2012 (ZENIT.org).- Si succedono l'una dopo l'altra le scoperte sull'efficacia delle staminali del cordone ombelicale nella terapia sperimentale contro le più varie forme di neoplasie in vitro o nei modelli animali.
Uno degli ultimi successi in ordine di tempo riguarda il trattamento del melanoma, come dimostrato dall'articolo pubblicato online il 15 Febbraio 2010 dal prestigioso sito scientifico PloS One. Il merito di questo eccezionale risultato va al Research & Development Manager Dottor Jan Spanholtz del Laboratory of Hematology, nel Department of Laboratory Medicine, presso il Nijmegen Centre for Molecular Life Sciences, del Radboud University Medical Centre, a Nijmegen (Olanda), e dei suoi colleghi del Laboratory of Medical Immunology, nello stesso Department of Hematology, e del Laboratory of Medical Immunology, nel Department of Laboratory Medicine dell' Ateneo olandese.
Utilizzando linfociti Natural Killer (NK) CD56+, derivati dalle staminali del cordone ombelicale CD34+ e fatti espandere in modo esponenziale grazie ad un metodo innovativo, di loro ideazione.
Il melanoma è un tumore maligno, difficilmente curabile tranne che nelle fasi iniziali, che origina dal melanocita, cellula della cute preposta alla sintesi della melanina. Questa neoplasia può insorgere in tutti i distretti corporei in cui sono normalmente presenti i melanociti, quindi la pelle ovviamente, ma anche le mucose, le meningi e l'occhio.1
Risulta lievemente meno comune di altri tumori cutanei, ma molto più pericoloso, causando il 75% delle morti dovute a neoplasie della pelle.2 Ogni anno i medici diagnosticano 160.000 nuovi melanomi, 7.000 nel nostro Paese, con 1.500 decessi. Colpisce maggiormente le popolazioni di origine europea, di pelle chiara e le donne, ma con minore mortalità.3 Secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità i pazienti morti a causa di questo tumore sono 48.000 all'anno.4
I principali fattori di rischio per il melanoma sono l' esposizione alle radiazioni UVB e UVA tra le 10 del mattino e le ore 14, soprattutto nell'infanzia, l'uso frequente di solarium e altri macchinari per l'abbronzatura artificiale5 o l'utilizzo di farmaci, come l'acido retinoico, che influenzano l'Activating Transcription Factor-2.6 Stranamente i lavori all'aperto per lunghi periodi, senza adeguate protezioni, sembrano avere una scarsa influenza sull'incidenza della malattia, che colpisce maggiormente professionisti ed impiegati.7 Diversamente rispetto quanto si pensasse pochi anni fa, le ustioni da sole, durante l'infanzia e l'adolescenza, non causano la neoplasia, ma sono correlate ad essa, perché questi soggetti sono tra coloro che si espongono maggiormente alle radiazioni ultraviolette; mentre vi è una controversia tra gli scienziati sull'utilità delle creme protettive.8
Aumentano il rischio la presenza di nei displastici, atipici multipli e, alla nascita, di nevi melanocitici congeniti giganti.9
Il Dottor Spanholtz ha messo a punto un sistema di coltura estremamente efficace, basato sull' uso di citochine, per raggiungere un' enorme espansione di linfociti Natural Killer CD56+, ottenuti da un numero molto limitato di cellule progenitrici e staminali ematopoietiche del cordone ombelicale.10
Ha preso spunto dalla constatazione che negli ultimi anni l'immunoterapia, basata sul trapianto dei linfociti NK, si è affermata come un potenziale trattamento adiuvante per molte forme di cancro, oltre che per varie infezioni, attraverso un bilanciamento di segnali attivatori ed inibitori sui suoi recettori.11 Il loro potenziale antitumorale è stato dimostrato soprattutto per malati affetti da leucemia, con trapianto di cellule staminali allogeniche, dove controlla le ricadute nella forma mieloide acuta, senza causare Graft Versus Host Disease (GVHD).12 Inoltre la loro infusione, insieme alla interleuchina Il-2, ha determinato una completa remissione ematologia in pazienti di questa patologia, con una prognosi estremamente negativa.13
Molto recentemente diversi studi hanno dimostrato che la citotossicità, mediata da linfociti NK, e l' uso di immunoterapia basata su di essi potrebbero rappresentare degli approcci efficaci nel trattamento del melanoma, come risulta confermato da un trial sperimentale in fase I.14 15
Nell'uomo queste tecniche terapeutiche richiedono un gran numero di linfociti Natural Killer attivi. Da ciò l'idea di ricorrere a nuove metodiche di moltiplicazione cellulare ed alle staminali cordonali.
Così gli scienziati olandesi superano le limitazioni legate alla quantità di linfociti, alla purezza ed al loro stato d'attivazione, permettendo, con l'imponente espansione realizzata, un numero elevato d' infusioni in malati con tumori di notevole peso e dimensioni.16 17
Nel recente passato altri ricercatori avevano ottenuto dalle staminali cordonali questo tipo di linfociti, ma inutilizzabili in campo clinico, perché venivano usate siero e proteine di derivazione animale.18 Inoltre la maggior parte di questi metodi produceva un numero decisamente insufficiente di linfociti Natural Killer, rispetto alle necessità della terapia contro il cancro.19
Con il procedimento del Radboud University Medical Centre, dalle staminali del cordone ombelicale non crioconservate, in vitro si possono ricavare abitualmente linfociti NK attivati con un'espansione media addirittura di 15.000 volte ed una purezza quasi del 100%. Per questo significativo risultato viene utilizzato il terreno di coltura Glycostem Basal Growth Medium, a cui aggiungono l'interleuchina Il-15. Nella prima settimana si è verificata l'intensa moltiplicazione delle staminali cordonali, poi seguita dalla differenziazione in linfociti Natural Killer CD56+.
Un mono-strato di cellule di melanoma sono state completamente distrutte entro un'ora, per mezzo di una co-coltura di questi linfociti NK CD56+. Risultati altrettanto confortanti si sono ottenuti con le cellule leucemiche di 5 differenti malati, anche usando un rapporto molto basso di 3:1. Entro 3 giorni tutte le cellule maligne sono state distrutte.10 Una minoranza di questi linfociti mostrano un fenotipo immaturo, ma presentano la capacità di acquisire le stesse caratteristiche antitumorali ed anti-infettive degli altri, sia in vivo, sia in vitro in un adatto terreno di coltura con interleuchina Il-15.20
La ricerca sperimentale, che, in precedenza, più si era avvicinata all'ottimo risultato del Nijmegen Centre for Molecular Life Sciences, è stata realizzata dal Dottor I-Ting Kao del Bioresource Collection and Research Center, presso il Food Industry Research and Development Institute, a Hsinchu (Taiwan). Sul numero di Dicembre 2007 di Stem Cells Development riconosceva nelle staminali del cordone ombelicale CD34+ una eccezionale fonte di linfociti Natural killer e dimostrava che potevano espandersi 300 volte e differenziarsi in tale tipo di cellule con una purezza del 40-60%, ma con la limitazione di dover utilizzare siero bovino. Evidenziava che tutte le loro caratteristiche e funzioni corrispondevano perfettamente ai linfociti NK naturali.17
*
1) Brewster DH, Horner MJ, Rowan S, Jelfs P, de Vries E, Pukkala E, Left-sided excess of invasive cutaneous melanoma in six countries, Eur. J. Cancer 43 (2007) 2634-2637
2) Jerant AF, Johnson JT, Sheridan CD, Caffrey TJ (July 2000). "Early detection and treatment of skin cancer". Am Fam Physician 62 (2): 357–68, 375–6, 381–2.
3) "Radiazioni solari e cancro della pelle", di David J.Leffell e Douglas E.Brash, pubbl. su "Le Scienze (American Scientific)", num.343, marzo 1997, pag.82-88
4) OltreSalute.it – I melanomi – Ottobre 2010
5) Oliveria S, Saraiya M, Geller A, Heneghan M, Jorgensen C (2006). "Sun exposure and risk of melanoma". Arch Dis Child 91 (2): 131–8.
6) Huang Y, Minigh J, Miles S, Niles RM (2008). "Retinoic acid decreases ATF-2 phosphorylation and sensitizes melanoma cells to taxol-mediated growth inhibition". J Mol Signal 3: 3.
7) Pion IA, Rigel DS, Garfinkel L, Silverman MK, Kopf AW (January 1995). "Occupation and the risk of malignant melanoma".Cancer 75 (2 Suppl): 637–44.
8) Wolf P; Donawho C K; Kripke M L (1994). "Effect of Sunscreens on UV radiation-induced enhancements of melanoma in mice". J. Nat. Cancer. Inst. 86 (2): 99–105.
9) Bliss J, Ford D, Swerdlow A, Armstrong B, Cristofolini M, Elwood J, Green A, Holly E, Mack T, MacKie R (1995). "Risk of cutaneous melanoma associated with pigmentation characteristics and freckling: systematic overview of 10 case-control studies. The International Melanoma Analysis Group (IMAGE)". Int J Cancer 62 (4): 367–76.
10) Spanholtz J, Tordoir M, Eissens D, Preijers F, van der Meer A, Joosten I, Schaap N,de Witte TM, Dolstra H. - High log-scale expansion of functional human natural killer cells from umbilical cord blood CD34-positive cells for adoptive cancer immunotherapy. - PLoS One.
2010 Feb 15;5(2):e9221.
11) Vivier E, Nunes JA, Vely F. Natural killer cell signaling pathways. Science. 2004; 306(5701):1517–1519.
12) Ruggeri L, Capanni M, Urbani E, Perruccio K, Shlomchik WD, et al. Effectiveness of donor natural killer cell alloreactivity in mismatched hematopoietic transplants. Science.
2002;295(5562):2097–2100.
13) Miller JS, Soignier Y, Panoskaltsis-Mortari A, McNearney SA, Yun GH, et al. Successful adoptive transfer and in vivo expansion of human haploidentical NK cells in patients with cancer. Blood. 2005;105(8):3051–3057.
14) Arai S, Meagher R, Swearingen M, Myint H, Rich E, et al. Infusion of the allogeneic cell line NK-92 in patients with advanced renal cell cancer or melanoma: a phase I trial. Cytotherapy. 2008;10(6):625–632.
15) Lakshmikanth T, Burke S, Ali TH, Kimpfler S, Ursini F, et al. NCRs and DNAM-1 mediate NK cell recognition and lysis of human and mouse melanoma cell lines in vitro and in vivo. J Clin Invest. 2009;119(5):1251–1263.
16) Siegler U, Meyer-Monard S, Jorger S, Stern M, Tichelli A, et al. Expansion of Donor NK Cells for Adoptive Immunotherapy in Haploidentical Stem Cell Transplantation: A Phase I–II Study. ASH Annual Meeting Abstracts.2008;112(11):3893–.
17) Passweg JR, Koehl U, Uharek L, Meyer-Monard S, Tichelli A. Natural-killer-cell-based treatment in haematopoietic stem-cell transplantation.Best Pract Res Clin Haematol. 2006;19(4):811–824.
18) Perez SA, Sotiropoulou PA, Gkika DG, Mahaira LG, Niarchos DK, et al. A novel myeloid-like NK cell progenitor in human umbilical cord blood. Blood.2003;101(9):3444–3450.
19) Kao IT, Yao CL, Kong ZL, Wu ML, Chuang TL, et al. Generation of natural killer cells from serum-free, expanded human umbilical cord blood CD34+ cells.Stem Cells Dev. 2007;16(6):1043–1051.
20) Cooley S, Xiao F, Pitt M, Gleason M, McCullar V, et al. A subpopulation of human peripheral blood NK cells that lacks inhibitory receptors for self-MHC is developmentally immature. Blood. 2007;110(2):578–586.

Pakistan: raso al suolo un complesso della Caritas


Il governo della provincia del Punjab accusato di "ingiustizia brutale"
ROMA, giovedì, 12 gennaio 2012 (ZENIT.org) - In Pakistan, il governo del Punjab è accusato di “ingiustizia brutale” per aver inviato le ruspe a buttare giù un complesso di proprietà della Chiesa, demolendo case per poveri, anziani e senza tetto, una scuola per ragazze povere e una chiesa.
Come riferito da Aiuto alla Chiesa che Soffre, le famiglie povere che vivono sul lotto di due acri di terreno a Lahore sono state svegliate la mattina di martedì alle ore 6.30 con l’ordine di sgomberare le loro case. Tutti gli edifici situati sul terreno sono stati demoliti: fra questi anche una piccola chiesa e almeno sette case, con tutti gli effetti personali ancora dentro.
Senza alcun posto dove andare, un gruppo di famiglie e persone che lavorano nella scuola hanno passato la notte sul sito demolito, situato nella Allama Iqbal Road, nel distretto di Garhi Shahu, a Lahore. La mattina successiva, mercoledì 11 gennaio, hanno organizzato una marcia di protesta.
Affermando che il complesso è proprietà della Chiesa dal 1887, il vescovo cattolico di Lahore, monsignor Sebastian Shaw, ha condannato il governo dello Stato del Punjab, accusandolo di aver  “condotto un atto criminale di land grabbing”, ovvero accaparramento della terra.
Parlando da Lahore, il presule ha detto in un’intervista con Aiuto alla Chiesa che Soffre di aver convocato una riunione di crisi per fare un ricorso all’Alta Corte per recuperare il sito. Condannando la demolizione, mons. Shaw ha detto: “Ciò che il governo del Punjab ha fatto è un atto molto, molto brutale ingiustizia”.
“Come possono fare una cosa simile, cioè entrare, distruggere un istituto caritatevole e rovinare la vita delle persone che vi abitano? Non danno retta a nessuno”. Ha poi aggiunto monsignor Shaw: “Questo è un atto criminale di land grabbing da parte di funzionari del governo”.
Mettendo in allerta per altre azioni del governo per sequestrare proprietà della Chiesa, il vescovo ha detto: “Siamo tutti preoccupati adesso che il governo regionale e in particolare il partito al governo nello Stato del Punjab [la Lega musulmana ‘N’] stanno prendendo di mira i nostri edifici e i terreni”.
Una delle persone che hanno perso le loro case era Zoniba Richard, 62 anni che ha raccontato che i suoi effetti personali sono stati distrutti, di non aver casa e parenti dove andare. La signora Richard ha detto di aver passato la prima notte dopo la demolizione fuori al freddo. Alla domanda circa i suoi progetti per il futuro, ha detto: “Non lo so. Posso solo avere fiducia in Dio”.
La donna è stata intervistata sul posto da Joris van Voorst tot Voorst, direttore di Aiuto alla Chiesa che Soffre nei Paesi Bassi. Van Voorst tot Voorst, che al momento dei fatti era a Lahore, dove ha incontrato fra l’altro il ministro delle Finanze e delle Minoranze del Punjab, ha visitato il sito dopo la demolizione, assieme con Pieter Omtzigt, membro della Camera bassa de L’Aja, il quale ha dichiarato che “i diritti delle minoranze sono stati calpestati”.
Anche il vescovo anglicano di Lahore, Alexander John Malik, ha condannato la demolizione e ha chiesto al governo del Punjab di ricostruire ciò che è stato distrutto. Secondo Malik, bisogna avviare una vertenza in base alla legge sulla blasfemia per l’avvenuta profanazione di Bibbie, croci e una chiesa senza previa autorizzazione ecclesiastica.
In un messaggio della Chiesa anglicana del Pakistan, il vescovo ha affermato che la demolizione “manifesta un potere inconsiderato e spiega le gravi ingiustizie e la crudeltà nei confronti delle minoranze religiose non-musulmane in Pakistan”.
Affermando che la Chiesa non ha ricevuto alcun preavviso per la demolizione, il direttore nazionale della Commissione Nazionale “Giustizia e la Pace” (NCJP) del Pakistan, padre Emmanuel Yousaf Mani, ha parlato da Lahore con ACN News. “La gente è molto triste - ha detto -. È molto arrabbiata. Stanno ancora sul posto che chiamano casa”.
“Abbiamo i documenti per dimostrare chi sono i legittimi proprietari del terreno - ha aggiunto il sacerdote -. Il governo deve aver fatto qualcosa di non corretto per cambiare gli estremi del caso”. Padre Yousaf ha affermato che il sito è ancora registrato a nome della Lahore Charitable Association, un trust costituito da membri del clero e laici di diverse confessioni cristiane e presieduto dal vescovo cattolico di Lahore. Ha raccontato che la controversia sulla proprietà è nata qualche anno fa, quando l’edificio principale del complesso è stato usato come ostello per donne povere gestita da suore.
Una delle donne, dopo essersi convertita all’Islam, ha cominciato a molestare le suore e ha rivendicato il diritto di proprietà sulle due stanze che aveva occupato. Mentre una vertenza legale è ancora pendente presso l’Alta Corte, secondo i giornali locali, i funzionari del governo del Punjab sostengono che il terreno sia stato dichiarato proprietà dello Stato nel 2007. Da allora, il governo avrebbe notificato già più volte ai proprietari del centro. Si tratta di un terreno di grande valore, che fa gola alle autorità del Punjab.
I critici hanno registrato un drammatico cambiamento nella politica verso le minoranze dopo la morte del governatore del Punjab, Salman Taseer, ucciso il 4 gennaio 2011, dopo aver denunciato apertamente l’oppressione delle minoranze.