venerdì 24 dicembre 2010

Buon Natale!

Gesù è nato per noi, per salvarci e renderci simili a Lui, Uomo-Dio. Rallegriamoci per tale dono!

venerdì 10 dicembre 2010

volantino di CL sull'attuale ora

Crisi sociale, economica e politica. Alla fine di questo 2010 tutti siamo presi dallo sconcerto. Come ha detto di recente il cardinale Bagnasco, «siamo angustiati per l’Italia
che scorgiamo come inceppata nei suoi meccanismi decisionali, mentre il Paese appare
attonito e guarda disorientato».
Perché questa crisi ci trova così disarmati, al punto che non riusciamo neanche a metterci d’accordo per affrontarla, pur sentendone l’urgenza come non mai?
A sorpresa il Rapporto Censis 2010 ha individuato la natura della crisi in un «calo
del desiderio» che si manifesta in ogni aspetto della vita.
Abbiamo meno voglia di costruire, di crescere, di cercare la felicità. A questo fatto andrebbe attribuita la responsabilità delle «evidenti manifestazioni di fragilità sia personali
sia di massa, comportamenti e atteggiamenti spaesati, indifferenti, cinici, passivamente adattivi, prigionieri delle influenze mediatiche, condannati al presente senza profondità di memoria e di futuro». Come mai, se siamo stati in grado di raggiungere importanti obiettivi nel
passato (casa, lavoro, sviluppo…), adesso «siamo una società pericolosamente segnata dal vuoto» e a un ciclo storico pieno di interesse e voglia di fare ne segue un altro segnato dal suo annullamento?
Tutto questo ci mostra che la crisi è sì sociale, economica e politica, ma è soprattutto antropologica perché riguarda la concezione stessa della persona, della natura del suo
desiderio, del suo rapporto con la realtà. Ci eravamo illusi che il desiderio si sarebbe mantenuto in vita da solo o addirittura che sarebbe stato più vivo nella nuova situazione di benessere raggiunto. L’esperienza ci mostra, invece, che il desiderio può appiattirsi se non trova un oggetto all’altezza delle sue esigenze. Ci ritroviamo così tutti «sazi e disperati». «Nell’appiattimento del desiderio ha origine lo smarrimento dei giovani e il cinismo degli
adulti; e nella astenia generale l’alternativa qual è? Un volontarismo senza respiro e senza orizzonte, senza genialità e senza spazio, e un moralismo d’appoggio allo Stato come ultima fonte di consistenza per il flusso umano», come disse don Giussani ad Assago nel 1987.
Venticinque anni dopo vediamo che entrambe queste risposte − volontarismo individualista e speranza statalista − non sono state in grado di darci la consistenza auspicata e ci troviamo ad affrontare la crisi più disarmati, più fragili che in passato. Paradossalmente, i nostri nonni e genitori erano umanamente meglio attrezzati per affrontare simili sfide.
Il Censis centra di nuovo il bersaglio quando identifica la vera urgenza di questo momento storico: «Tornare a desiderare è la virtù civile necessaria per riattivare una società troppo appagata e appiattita». Ma chi o che cosa può ridestare il desiderio? È questo il problema culturale della nostra epoca. Con esso sono costretti a misurarsi tutti coloro che hanno qualcosa da dire per uscire della crisi: partiti, associazioni, sindacati, insegnanti. Non basterà più una risposta ideologica, perché di tutti i progetti abbiamo visto il fallimento. Saremo perciò costretti a testimoniare un’esperienza.
Anche la Chiesa, il cui contributo non potrà limitarsi a offrire un riparo assistenziale per le mancanze altrui, dovrà mostrare l’autenticità della sua pretesa di avere qualcosa in più da offrire. Come ha ricordato Benedetto XVI, «il contributo dei cristiani è decisivo solo se l’intelligenza della fede diventa intelligenza della realtà».
Dovrà mostrare che Cristo è così presente da essere in grado di ridestare la persona − e quindi tutto il suo desiderio − fino al punto di non farla dipendere totalmente dalle congiunture storiche. Come? Attraverso la presenza di persone che documentano un’umanità diversa in tutti
i campi della vita sociale: scuola e università, lavoro e imprenditoria, fino alla politica e all’impegno nelle istituzioni. Persone che non si sentono condannate alla delusione e allo sconcerto, ma vivono all’altezza dei loro desideri perché riconoscono presente la risposta.
Possiamo sperare di uscire dalla drammatica situazione attuale se tutti − compresi i governanti che oggi hanno la difficile responsabilità di guidare il Paese attraverso questa profonda crisi − decidiamo di essere veramente ragionevoli sottomettendo la ragione all’esperienza, se cioè, liberandoci da ogni presunzione ideologica, siamo disponibili a riconoscere qualcosa che nella realtà già funziona. Sostenere chi, nella vita sociale e politica, non si è rassegnato a una misura ridotta del proprio desiderio e per questo lavora e costruisce mosso da una passione per l’uomo, è il primo contributo che possiamo dare al bene di tutti.

domenica 14 novembre 2010

Berlusconi: ultimo atto?

Molti danno per spacciato, e stavolta senza possibilità di risorgere, il premier Berlusconi. Non ne siamo così sicuri. Soprattutto non ci auguriamo un trauma per l'Italia.
E' vero, l'attuale governo su alcune cose è stato troppo decisionista (pensiamo al piglio di Brunetta verso i dipendenti pubblici), ma non merita di finire nel fango.
Basterebbe correggere un po' la rotta, con un po' più di prudenza e di disponibilità alla mediazione.
Non vedo infatti come il trio Fini-Casini-Rutelli, magari capitanato da Montezemolo, potrebbe sostituirsi a PdL e Lega, ormai saldamente radicati tra la gente. Ed è la gente, il popolo, che in democrazia, deve comunque essere sovrano.

mercoledì 10 novembre 2010

FLI flying away

Come giudicare FLI? Colpevole di tradimento delle promesse elettorali o no?
Tutto dipende da come si valuti la linea postelettorale del PdL e di Berlusconi: quello di FLI non sarebbe un tradimento, se il PdL si fosse sostaziosamente allontanato dalla linea con cui si era presentato alle elezioni. E' così che è avvenuto? Berlusconi è cambiato così tanto? La sua linea è irriconoscibile?
Appare piuttosto arduo sostenerlo. Piuttosto è maturato in Fini un progetto che è incompatibile con gli impegni elettorali da lui stesso assunti.

mercoledì 3 novembre 2010

sul caso Ruby

Continuano gli attacchi contro Berlusconi. Punto vulnerabile, le preferenze affetive del premier. Ma il punto essenziale, a mio avviso, è quello che ha fatto e fa il governo. E il governo in questi due e più anni, segnati da una gravissima crisi internazionale, si è mosso abbastanza bene. Non è solo merito suo, lo è anche degli italiani che risparmiano, ma un po' suo lo è: l'Italia non sta conoscendo le lacerazioni sociali che vediamo in Francia, o in Spagna o in altri paesi.
Brunetta ha fatto le sue sciocchezze, ma le grandi linee del suo intervento sono buone, la Gelmini ha fatto degli errori (anche grossi, come le ore lunghe), ma l'impanto della riforma è buono; anche il caso Alitalia e quello della spazzatura di Napoli sono stati risolti, nel 2008, con tempismo ed efficienza.

Non è che vada tutto bene, ma non si capisce perché si voglia impedire a un governo, che ha avuto una così larga maggioranza di consenso elettorale, di poter terminere regolarmente il proprio mandato. La sinistra dovrebbe rispettare le scadenze naturali delle legislature e non gridare allo sfascio.

domenica 17 ottobre 2010

INTERVISTA A MARCOS ZERBINI

-INTERVISTA A MARCOS ZERBINI
Come lei vede la instabilità nel primo turno delle elezione qui in Brasile come il fatto che alla mattina del giorno 3 ottobre Dilma Roussef era considerata elletta presidenta coi 51% dei voti: finita l’opurazione lei ha ottenuto il 46% dei voti; daltra parte Tirica, un comico della TV ha ricevuto circa 1.400.000 voti, questo dice qualcosa?
Marcos Zerbini: In verità quello che le indagini indicavano nel giorno delle elezioni era una tendenza di vittoria di Dilma Roussef, ma anche parlavano di una caduta, piccola ma era una caduta di Dilma dovuta a scandali che sono venuti fuori e che implicavano il Ministero della Casa Civile e che aveva come ministra unas stretta colaboratrice di Dilma. Questa ministra è stata esonerata dal suo posto per le denunce di coinvolgimento del proprio figlio con dei programmi di promozione. Rispetto a Tirica io credo ancora che sia stato un caso isolato. C’è una percentuale della popolazione che vede le elezioni come qualcosa di comico e la figura di un pagliacio una occasione di protesta. Ma penso che nonostante la votazione espressiva otenuta da Tiririca, é ancora una percentuale piccola che vede la politica in questa forma.
Rispetto all’elezione dei governatori negli stati lei riesce a darci una panoramica di come sono state queste elezioni?
Penso che nel piano generale la opposizione al governo Lula qui in Brasile è uscita vittoriosa perchè ha vinto nei due stati più popolosi del Paesi. Abbiamo guadagnato lo stato di San Paolo e quello di Minas Gerais. Inoltre la opposizione ha vinto nello stato di Santa Catarina, una stato importante in Brasile, con i democrati in coalizione col PSDB. Nella mia visione la opposizione viene rinforzata avendo il comando degli stati più importante del Paese.
Lei rischia di fare qualche previsione per il ballottaggio?
È dificile dire quello che capiterà perchè a volte un dettaglio pur piccolo che sia può definire una elezione, ma dal punto di vista del confronto personale che avrà tra la Dilma e il Serra io farei una scommessa nella vittoria di Serra. È vero che lui ha una intenzione di voti minore, ma è una persona più esperta, è più preparato. Penso che nel dibattito elettorale questo darà una forma molto chiara come è avvenuto nel dibatto dei 30 settembre.
Quali aspetti positivi lei punterebbe in una possibile vittoria del PSDB sul PT nel prossimo 31 ottobre?
Da come vedo le cose un governo José Serra, un governo PSDB, rappresentarà una posizione molto diversa di come ha fatto in questi ultimi anni il governo federale. In un primo aspetto perchè credo che l’attuale governo fa una politica molto assistenziale, una politica che distribuisce soldi alla popolazione più povera ma che in verità non aiuta i singoli a crescere, crendo una relazione di “clientela”. La visione di Serra è una visione che penso aiuti molto di più la crescita della persona, è una visione di un lavoro per fare sviluppare l’economia, è la visione di un lavoro che prepara tecnicamente le persone per occupare gli spazi necessari nel mercato del lavoro. Penso che sia dal punto di vista economico, dato che Serra è più esperto come amministratore, sia dal punto di vista di comprensione delle cose, dello sviluppo delle persone, il governo Serra sarà molto meglio per il Paese.

Lei è stato eletto con quasi 86.000 voti: cos’è che significa questo mandato ricevuto nel cammino della Associazione dei Lavoratori Senza Terra di San Paolo (ATST_SP)?
Significa quello che è significato negli ultimi 4 anni, lo sai, uno strumento per la lotta del popolo che io rappresento, niente di più! È uno strumento che aiuta ad aprire le porte, che aiuta a parlare col governatore, che aiuta a parlare col sindaco, che aiuta a portare avanti la lotta di un popolo.

Lei ha completato due mandati di assessore comunale e questo è il secondo mandato come deputato statale, lei ha qualche piano politico per il futuro?
No, io non ho nessun piano político per Il futuro, non ho progetti politici. Ogni volta sono più cosciente, come ho detto prima, che il mandato è uno strumento importante per la lotta della Associazione, del lavoro che noi facciamo e è questo che cerco, mantenere questo strumento per aiutare il nostro lavoro.

domenica 26 settembre 2010

Il panteismo e gli idoli moderni

Francesca Pannuti denuncia le minacce al diritto alla vita
di Antonio Gaspari

ROMA, giovedì, 23 settembre 2010 (ZENIT.org).- Fenomeni come l’adorazione di Gaia, il culto dell’albero, il seppellimento e la tomba per il gatto, fanno pensare che nel mondo di oggi si stia tornando a una spiritualità panteista.

Ed è proprio per denunciare l’espansione e l’influenza di una cultura che ripropone l’adorazione di flora, fauna e idoli, che Francesca Pannuti ha scritto e pubblicato il libro “Panteismo: minaccia o prospettiva?” (IF Press, Morolo 2010).

Incuriositi da un tema di così grande attualità, ZENIT ha intervistato la Pannuti.

Lei sostiene nel libro che le ideologie ecocentriste e biocentriste stanno diventando una minaccia per il rispetto dei diritti umani. Perché?

Pannuti: Il “nuovo terrorismo”, messo in atto da varie associazioni ambientaliste, sostenute nella propaganda da Organizzazioni internazionali non governative in collaborazione con l’Onu, mira a inculcare, mediante la diffusione di dati spesso manipolati, falsificati, il convincimento che il rispetto della natura debba consistere nella “difesa” dell’ecosistema planetario dall’aggressione perpetrata dall’uomo su di esso con le sue tecnologie inquinanti, con un eccessivo sviluppo della popolazione causa della progressiva ed inesorabile, a detta loro, diminuzione delle risorse disponibili. Il rimedio a questo presunto disastro ambientale viene visto nel controllo delle nascite che deve essere realizzato con ogni mezzo, dalla contraccezione all’aborto: in Brasile, secondi i dati pubblicati dal governo nel 1999 e riportati nel bellissimo libro di M. Schooyans, Conversazioni su gli idoli della modernità, il 43% delle donne che fa uso di metodi di controllo delle nascite è stato sottoposto a sterilizzazione. «I medici - aggiunge l’autore - praticano sterilizzazioni e castrazioni, mutilando in modo definitivo uomini e soprattutto donne povere e innocenti che non sanno che cosa stia loro accadendo». Il risultato: «la popolazione mondiale è distribuita su più di 200 paesi. In un buon terzo di questi paesi, l’indice di fecondità è pari o inferiore a 2,1, che è il valore minimo affinché una popolazione si rinnovi. Inoltre, questo indice è in diminuzione ovunque […] una tale situazione mette in pericolo il futuro dell’umanità».

Cosa c’è di pericoloso in una visione panteistica che sembra essere una delle caratteristiche di una società secolarizzata?

Pannuti: Aborto e contraccezione, in tale contesto, vengono propagandate come diritti delle donne, per il fatto che si è persa la consapevolezza della natura, come realtà creata per amore e secondo verità. Nel panteismo, che vorrebbe far coincidere il mondo con Dio, neutralizzandone la trascendenza e la personalità, l’uomo, non più creato ad immagine di un Dio dotato di intelligenza e volontà, si trova al centro di un mondo divinizzato e non manca di farsi così padrone dell’universo e della vita stessa, in quanto si identifica con un “dio” immanente. Scompare così il riferimento ad un diritto naturale non determinato da noi e ad esso si sostituiscono “nuovi diritti”. «Istituita da qualche anno ― ci informa Schooyans ―, la Corte penale internazionale ha la competenza di giudicare le nazioni, gli organismi e le persone che rifiuteranno di riconoscere questi “nuovi diritti” inventati o da inventare. La Chiesa cattolica è uno dei possibili bersagli di questa Corte internazionale. Già qualche anno fa si diceva che papa Giovanni Paolo II avrebbe potuto essere convocato davanti al Tribunale internazionale per essersi opposto a un “nuovo diritto”, quello della donna all’aborto. […]. Si tratterà di un indottrinamento ideologico su larga scala, al punto che colui che non sottoscriverà una tale ideologia sarà penalizzato dalla Corte internazionale». Le organizzazioni internazionali, intrise di ideologia New Age, panteista, sono attivissime nel diffondere un’impostazione anticristiana, basata su una eco-teologia che idolatra la Madre Terra. L’obbiettivo è quello di imporre agli Stati una politica centralizzata, mediante il progressivo svuotamento del potere nazionale, la quale si fondi su diritti realizzati “a tavolino”, “prodotti” per consenso. Tra questi, la scelta del sesso.

Perché questo libro e quali sono le idee che lei vuole comunicare ai lettori?

Pannuti: In ossequio alle parole di Benedetto XVI che ha denunciato questo pericolo, mi è parso importante far conoscere il panteismo nelle sue varie forme, perché sono persuasa che per evitare tali mali gravissimi, occorra essere più consapevoli delle loro radici, per combatterli sul nascere, nel nostro cuore. Ho così tentato di smascherarne il fondo satanico di superbia, che genera un’ideologia di puro potere. La conservazione del potere e della ricchezza sono, infatti, alla radice del “nuovo terrorismo”: «Se i poveri trasmettono la vita, ― commenta Schooyans ― le ricchezze del mondo, si dice, si frantumeranno in parti sempre più minute e questo fenomeno provocherà una povertà generalizzata, quindi bisogna contenere la loro crescita demografica. E’ questo il punto cruciale dell’ideologia malthusiana […] (che) misconosce l’importanza del capitale umano, ovvero il fatto che l’uomo è capace di creare delle ricchezze. Smentita fin dalle sue origini, questa ideologia è continuamente riproposta. L’India, che verso il 1960 contava 250 milioni di abitanti, la cui maggioranza soffriva la fame, oggi alimenta un miliardo di persone ed esporta cereali». Insomma, l’uomo, laddove tende ad “addomesticare” Dio a se stesso, finisce per combattere gli altri per poi autodistruggersi.

Quali, secondo lei, le cause che stanno portando molte persone a idolatrare flora e fauna?

Pannuti: L’apostasia silenziosa dal cristianesimo, dovuta spesso al misconoscimento delle ricchezze inestimabili insite in esso, ha portato ad un nuovo paganesimo, che, incapace di considerare il valore dell’Amore di un Dio creatore e salvatore, spinge l’uomo ad appoggiarsi a ciò che è inferiore a lui per trarre da esso potere e sicurezza.

Nei tempi antichi gli ebrei e i cristiani sconfessarono le religioni panteistiche. Come e quanto riusciranno a farlo anche nei tempi moderni?

Pannuti: Credo sia da prendere molto sul serio la “prognosi” delle malattie del tempo attuale fatta da R. Benson nel suo Il padrone del mondo. Poiché dietro al panteismo c’è il demonio che istiga l’uomo a farsi “dio”, come insinua Benson, esso può essere sconfessato solo attraverso la coraggiosa testimonianza dell’Unico che non potrà mai essere accettato da nessuna religione panteista, in quanto ne rappresenta la radicale smentita: l’Uomo-Dio, Cristo. Ciò si potrà realizzare nel riconoscimento della Creazione come atto di Amore di un Dio personale, il quale manda il Figlio per salvare le sue creature che lo hanno tradito. Questo avverrà allorché entrambi, giudei e cristiani, rifiuteranno l’idolatria moderna nella riaffermazione della loro vera identità, di popolo eletto chiamato a dar alla luce e a riconoscere il Messia e di nuovo Israele chiamato a raccogliere tutti i popoli, non in una nuova religione umanitaria, obbiettivo del panteismo, bensì nella fedeltà all’Unico che può definitivamente sconfiggere ogni ideologia disumana, il Cristo.

martedì 17 agosto 2010

Napolitano e le elezioni anticipate

Si è aperta una nemmeno tanto latente polemica tra il Capo dello Stato e il PdL: per quest'ultimo infatti, se cade il governo Belusconi, scelto dagli elettori, si deve tornare alle urne; mentre Napolitano sembra lasciar intendere che prima di sciogliere le Camere occorra valutare la possibilità della formazione di una nuova maggioranza (diversa da quella scelta dagli elettori nel 2008).
Che dire? Intanto Napolitano che cosa ha esattamente detto?
1) che lo scioglimento anticipato delle Camere, a due anni dal voto, sarebbe un evento traumatico, tanto più in tempi di crisi economica, e dunque qualcosa di non auspicabile. Fin qui, come dargli torto? Il punto è: come evitare le urne? Due i modi
2a) una riconciliazione tra Berlusconi e Fini, o almeno tra il premier e una parte consistente dei finiani; anche questo è un auspicio che una persona di buon senso può ritenere assolutamente legittimo, purché di accordo solido e consistente si tratti; oppure
2b) la formazione di una maggioranza diversa da quella uscita dalle urne, nela versione UDC (una maggioranza che abbia come nucleo centrale l'attuale e si allarghi verso il centro-sinistra) o nella versione PD (una maggioranza che possa anche escludere il PdL e la Lega, comprensiva di tutte le forze anti-Berlusconi); questa seconda ipotesi è quella del ribaltone: mandare a casa chi ha vinto e far salire al governo chi ha perso.
Ora, che cosa davvero vuole Napolitano: solo la 2a), come è pienamente legittimo o anche la 2b), e in questo secondo caso fino a che punto è disposto a spingersi?
Finora il presidente non l'ha chiarito. Certo, formalmente, finché il premier non è scelto direttamente dagli elettori, la possibilità che si cambi premier nel corso di una legislatura c'è. Tuttavia è evidente che una tale eventualità sarebbe un male maggiore dello scioglimento anticipato delle Camere, perché tradirebbe la volontà degli elettori, di quel popolo, che la Costituzione dichiara sovrano.
Certo, si potrebbe, ulteriormante, osservare che se un pezzo di maggioranza si stacca, in assenza della possibilità del voto di preferenza (bella trovata!), la colpa e la fesseria è di chi ha stilato le liste, infilandovi dentro un cospicuo numero di potenziali traditori. Ma, tant'è: chi ha infilato nelle liste un eccessivo numero di infidi è meno colpevole di chi ha scelto di tradire. Però la preferenza, un'altra volta, ridatecela, si detto en passant...
Inoltre si eviti di irritare il Presidente, con uno stile espressivo troppo urlato. Va bene farsi capire dal popolo, ma un eccesso di spavalderia appare controproducente. Tanto più che il Capo dello Stao non ha ancora scoperto le carte.

domenica 1 agosto 2010

divorzio rischioso

Un brutto pasticcio, senza veri vincitori. Il torto maggiore è di Fini, ma anche Berlusconi, se dimentica una componente essenziale del suo successo, cioè la capacità di mediare, rischia grosso. Ci piace un Berlusconi decisionista, purché non sia solo decisionista, ma conservi la sua dote di ricomporre posizioni molto diverse.
Ha sbagliato anzitutto e sopratutto Fini, ma anche Berlusconi dovrebbe fare un passo indietro. Prima che sia troppo tardi.

in dettaglio


L'abbiamo detto: non è andata nel modo migliore. Anzi. Come avrebbe potuto andare?
1) Berlusconi avrebbe dovuto lasciare maggiori spazi di pluralismo interno. Non è pensabile che quello che nemmeno nel vecchio PCI era riuscito, una totale omogeneità, potesse riuscire nel 2010 in un partito che dice di essere liberale e copre un'area non lontana dal 40% dell'elettorato.
2) Fini e i suoi avrebbero dovuto fare della opposizione davvero interna e non dare la sensazione di stare paziantemente preparando una scissione: c'è modo e modo di criticare la linea della maggioranza del partito a cui si appartiene.
3) la direzione del PdL avrebbe dovuto circoscrivere la censura al solo Granata, non coinvolgendo Fini e gli altri, e poi si sarebbero dovuti affrontare i tempi dei probiviri, non far precipitare le cose. Così, eventualmente, non ci sarebbe stata una cacciata, ma una scissione.

giovedì 22 luglio 2010

pilatesca sentenza dell'ONU, la forza vince sul diritto

Con una sentenza della suprema corte di giustizia (22/07/2010) l'ONU non ha trovato niente di eccepibile nella unilaterale dichiarazione di indipendenza del Kossovo.
Una sentenza degna di Ponzio Pilato, che ignora come si sia arrivati a tale atto: con l'uso della violenza e non pacificamente, strappando alla Serbia un'area per lei storicamente importantissima.
Non c'è più certezza nel diritto, la forza prevale. D'ora in poi qualsiasi modifica dei confini, ottenuta con la forza, può venire agevolmente legittimata.

lunedì 21 giugno 2010

Padania

D'accordo, Fini, non esisterà la Padania come entità linguistica, ma esiste una comunanza di mentalità tra gli italiani del Nord, soprattutto nel modo di intendere
  • il tempo
  • i soldi
E tanto basta, caro Fini, perché si possa parlare di Padania come realtà, se non linguistico-letteraria, almeno politica: c'è un comune interesse, questo è fuori dubbio, perché l'Italia sia meno sprecona e meno burocratica, più realmente fondata sul lavoro, su un effettivo rimboccarsi le maniche.
Senza con ciò negare la rozzeria di molti discorsi leghisti né sposare la causa della Lega. Ma ricordi Metternich, caro Fini: anche lui diceva, di una certa realtà, che non altro che una espressione geografica. La storia gli ha dato torto.

lunedì 14 giugno 2010

Coma: se ne può uscire

Notizia del 28 maggio 2010 («Il Giornale»):
Massimiliano Tresoldi tornerà perfettamente normale.
Nel 1991 non aveva ancora vent’anni quando si era schiantato con l’auto ed era entrato in coma.
Come per Eluana Englaro, i medici dicevano che era irreversibile.
Ma i genitori di Massimiliano non erano come quelli di Eluana.
Per dieci anni, ogni sera la madre gli ha preso il braccio e fatto fare il segno della croce. Fino al Natale del 2000, quando, stanca, ha sbottato: basta, fattelo da solo. E Massimiliano, lentamente, se lo è fatto.
Sì, si è svegliato e, per giunta, ha detto che per dieci anni ha sentito tutto quel che dicevano attorno a lui, compresi i commenti negativi dei medici. Poi, la lunga riabilitazione.

giovedì 3 giugno 2010

Obama furioso con la BP

Ma perché invece di annunciare, un giorno sì a l'altro sì, furibonde, tremende, apocalittiche azioni giuridiche contro la BP, Obama non si muove, usando tutta la potenza tecnologica della nazione più potente del mondo, per fermare il disastro?
Questa è la prima urgenza. A punire la BP ci penserà dopo. Se pensa che la BP non stia facendo il possibile, lo faccia lui.

martedì 30 marzo 2010

regionali 2010: vittoria di PdL e Lega

L'atteso pareggio non c'è stato: nonostante l'elevate astensione un vincitore c'è, come ha riconosciuto anche Di Pietro, il PdL e la Lega.
Non solo stravince in Lombardia e Veneto, non solo prende Campania e Calabria, regioni malgovernate dalla sinistra (basti pensare ai rifiuti in Campania), ma si prende pure il Piemonte e il Lazio. E' cappotto.
La sinistra ha candidato la Bonino, sfida alla gerarchia ratzingeriana, ma il miracolo si è compiuto: nonostante gli attacchi alla presentazione delle liste e nonostante gli attacchi (dalla Germania e dagli Stati Uniti) contro il Papa. Evidentemente vuolsi così colà dove si puote ciò che si vuole.

mercoledì 17 marzo 2010

pasticcio liste: riepilogo ben documentato

                                     Sommario
      - Riepilogo cronologico degli avvenimenti              Pag. 3
      - Fatti, stranezze e domande                           Pag. 8
      - Esempio confronto firme Formigoni/Penati             Pag. 10      (*)
      - Citazioni                                            Pag. 12
      - Selezione rassegna stampa                            Pag. 13
(*): Gli schemi allegati riportano estratti dei moduli di raccolta firma della lista
     Per la Lombardia e della Lista Penati Presidente.
     A tutela della privacy e nel rispetto dei dati sensibili, si è provveduto a co-
     prire i dati personali ed anagrafici, lasciando evidenza solo delle anomalie
     non riconducibili alle persone fisiche.
                                                                                     2
                RIEPILOGO CRONOLOGICO DEGLI AVVENIMENTI
                                      SABATO 27 FEBBRAIO
Alle ore 9,30 gli Onn. Guido Podestà e Massimo Corsaro presentano la lista “Per la Lombardia”,
a sostegno della candidatura di Roberto Formigoni, alla Commissione Elettorale Centrale presso
la Corte di Appello di Milano corredata da 3.935 sottoscrizioni e dai certificati di iscrizione alle
liste elettorali dei firmatari.
Alle ore 11,50 lo stesso Ufficio Centrale Regionale attesta di avere svolto primo esame
provvisorio degli atti.
                                    DOMENICA 28 FEBBRAIO
Alle ore 12,00 la Commissione certifica di avere disposto tutti gli accertamenti e di ”accettare la
lista”.
Nell’indicazione puntuale degli accertamenti disposti viene esplicitamente scritto che “L’Ufficio
Centrale … conteggia le firme contenute nella dichiarazione di presentazione della lista; accerta
la regolarità delle autenticazioni delle predette firme ed il possesso, da parte dei sottoscrittori
del requisito di elettore della Regione, … verifica che per tutti i candidati siano stati presentati i
certificati elettorali…”.
Alle ore 15,00 il decreto di ammissione è consegnato al delegato della lista “Per la Lombardia”.
Contemporaneamente E SENZA CHE NESSUNO NE ABBIA DATO AVVISO AI
DELEGATI DELLA LISTA PER PREVEDERE LA PRESENZA DI PROPRIO
PERSONALE A CONTROLLO DELLE OPERAZIONI, esponenti della Lista Bonino
Pannella – dopo aver chiesto accesso agli atti – operavano per tutta la giornata di domenica un
controllo sui moduli da noi presentati.
                                         LUNEDI’ 1 MARZO
Alle ore 9,30 venivamo informati dell’avvenuta presentazione di un esposto dei Radicali presso
la Commissione Centrale (che come dimostrerà la successiva sentenza del TAR non era
giuridicamente legittimata a riceverlo).
Alle ore 14,19 la Commissione Centrale ci consegnava deliberazione con la quale disponeva la
NON ammissione della Lista “per la Lombardia” perchè “ha riscontrato che le doglianze (dei
radicali, ndr) risultano fondate con riferimento alle voci indicate nel relativo esposto”.
In pratica, a seguito di una seconda analisi che – come ancora dimostrerà il TAR - la
Commissione non poteva più effettuare, ci venivano cancellate ben 514 firme per presunte
irregolarità formali nella procedura di autenticazione delle firme stesse (136 per mancanza di
timbro tondo sui moduli, 121 per mancanza di data sull’autentica, 229 per mancanza del luogo
dell’autentica, 28 per mancanza della qualifica dell’autenticante).
                                        MARTEDI’ 2 MARZO
Alle ore 12,55 presentavamo istanza di riesame presso la Commissione Centrale Elettorale
avverso la delibera di esclusione rilevando – tra l’altro – come le presunte irregolarità
contestateci non fossero tali, dal momento che più sentenze del Consiglio di Stato e di diversi
                                                                                                       3
TAR, innovando la originaria dottrina in materia di certificazioni, esplicitamente affermavano
come la mancanza di uno dei requisiti addebitatici NON COSTITUISCE ELEMENTO DI
NULLITA’ DELL’AUTENTICA.
                                        MERCOLEDI’ 3 MARZO
Alle ore 17,15 la Commissione Centrale ci notifica la deliberazione con la quale rigetta il ricorso
con un testo dal quale apprendiamo che le firme considerate valide sarebbero ulteriormente
diminuite poiché “… a fronte del dichiarato detto numero di presentatori (3.935), l’Ufficio ha
conteggiato in effetti un minor numero di sottoscrizioni prodotte, pari a 3.872; e in questo
ambito, procedendo a ulteriori controlli (che l’Ufficio NON era più legittimato ad operare a
sensi di legge, ndr), ha ritenuto valide 3.628 sottoscrizioni”.
Da notare che, mentre noi non eravamo a conoscenza di tutto ciò sino alla presa d’atto della
delibera, l’esponente radicale Marco Cappato, in diretta televisiva alla trasmissione “Linea
d’Ombra”, in onda sull’emittente Telenova alle 22,00 di martedì 2 marzo, asseriva in diretta che
il numero delle firme per Formigoni era ancora ridotto perché un controllo successivo ne aveva
tolte altre 300!…
Nello stesso deliberato, sul merito delle motivazioni da noi addotte, si legge ancora: “.. detto
obiettivo di verifica non sembra ragionevolmente conseguibile da questo ufficio, per la natura di
quest’ultimo e la celerità delle operazioni ad esso demandate, mediante accertamenti di
carattere sostanziale in ordine all’effettività delle sottoscrizioni, ma soltanto attraverso riscontri
meramente formali e documentali”.
Da un lato quindi non si dichiarano idonei a verificare, dall’altro per 2 volte in 51 ore ritengono
di escludere dalla competizione il Presidente della Regione Lombardia…
Alle 17,30 formalizziamo nostra richiesta di accesso agli atti sulle firme presentate da noi e da
tutte le liste ammesse.
                                          GIOVEDI’ 4 MARZO
Alle ore 9,30 l’On. Massimo Corsaro, il capogruppo del PDL in Regione Paolo Valentini
Puccitelli ed il vice capogruppo On. Roberto Alboni, accompagnati da un gruppo di 30 volontari,
hanno fatto accesso ai locali della Corte d’Appello per procedere alla verifica delle firme,
cominciando ad esaminare quelle prodotte per la candidatura di Roberto Formigoni.
Dall’esame si rileva come le ulteriori 307 firme misteriosamente cassate oltre i termini, si
riferiscono a casi paradossali, quali il mancato riconoscimento di firme perché nella casella in cui
si indica il comune di nascita il nome di Mariano Comense è stato abbreviato in Mariano C.se
(come si vedrà nli allegati prodotti, alla lista Penati sono state riconosciute firme laddove
l’indicazione del comune è stato abbreviato in P.B. per intendere Peschiera Borromeo e C.M. per
intendere Cesano Maderno); o perché è stato riportato il solo primo nome di sottoscrittori il cui
certificato attesta l’esistenza di secondo nome, pur in evidente corrispondenza dei dati anagrafici;
o perché nella trascrizione dei dati sono state invertite le cifre relative al giorno e mese di
nascita; o perché per un sottoscrittore è stato indicato che il comune di nascita è Venegono,
mentre dal certificato si evince la dizione di Venegono Inferiore (a nulla valendo – per la
Commissione – la circostanza che quando il sottoscrittore è nato il comune non era ancora
frazionato, e quindi esisteva il solo Venegono); o ancora perché – in ben 51 casi – ci viene
segnalata l’assenza del relativo certificato.
Fatto quest’ultimo di gravità inaudita, perché l’Ufficio con propria dichiarazione di ammissione
attestava l’esistenza di tutti i certificati, e 3 giorni dopo segnalava la mancanza di 51 documenti.
                                                                                                       4
Ma nei 3 giorni intercorsi è stato reso possibile ad ignoti (non identificati dalla Cancelleria) di
porre mano ai nostri fascicoli senza che noi fossimo presenti né avvisati!…
Successivamente si chiede ed ottiene di poter accedere alla verifica delle firme delle altre liste,
cominciando da quelle a supporto del candidato Penati. L’Ufficio, forte di una nuova e corretta
solerzia, ci informa della necessità di avvisare i delegati della lista oggetto della nostra verifica
(circostanza che – ovviamente – non aveva trovato analogo riscontro quando, 4 giorni prima, i
radicali avevano avuto la possibilità di maneggiare le nostre carte). L’On. Corsaro dava
disposizione ai collaboratori di attendere i delegati della lista Penati e di pretendere che presso
ciascun tavolo di lavoro fosse presente un esponente di detta lista, chiedendo peraltro ai suoi
collaboratori – nel corso della verifica – di segnalare solo e soltanto le anomalie riscontrabili
adottando lo stesso criterio di valutazione in base al quale erano state cancellate le firme per
Formigoni.
Nel corso del lavoro un funzionario della cancelleria passava tra i banchi per provare a rilevare
l’identità dei collaboratori dell’On. Corsaro, che si opponeva a tale procedura avendo accertato
l’indisponibilità dello stesso Ufficio a rendere disponibili i dati delle persone che domenica 28
febbraio avevano avuto accesso alle firme della lista “Per la Lombardia”.
Con tempestività sempre più curiosa il Presidente dell’Ufficio Centrale Regionale produce un
documento nel quale precisa: “atteso che appare opportuno assicurare l’ordinato e regolare
svolgimento delle attività controllo … precisa che tale attività deve essere svolta esclusivamente
dai delegati di lista personalmente o tramite collaboratori, nel numero massimo complessivo di
sei, purchè compiutamente identificati…”. Quasi superfluo precisare che ci rimarrà in eterno il
dubbio di chi e quanti abbiano viceversa proceduto all’esame delle nostre carte.
Contemporaneamente, il delegato alla presentazione della lista provinciale di Milano “Popolo
della Libertà – Berlusconi per Formigoni” presentava richiesta di accesso agli atti per verificare
le firme presentate da tutte le liste. L’Ufficio provinciale, posto nello stesso Tribunale di Milano
al piano inferiore rispetto a quello ove ha sede la Corte di Appello, rigettava la richiesta in
quanto la stessa è rivolta “all’ottenimento di dati ritenuti sensibili, inoltrata da soggetto che non
vi ha interesse” (!…).
Dall’esame compiuto lungo le giornate di giovedì e venerdì è stato riscontrato che – se gli stessi
criteri (sbagliati!) fossero stati adottati per tutti - si sarebbero determinati almeno i seguenti
effetti:
     -   Nelle firme per Penati sono stati rilevati non meno di 824 casi analoghi a quelli contestati
         a Formigoni, tanto da far cadere anche la Lista Penati al di sotto del minimo prescritto di
         3.500 firme;
     -   Le stesse mancanze formali a noi contestate nell’autenticazione delle firme risultano
         negli atti di collegamento delle liste provinciali del PD di Lecco, dei Verdi di Como,
         dell’IDV di Varese e del PSI di Pavia (ovviamente tutte liste regolarmente ammesse
         mentre la nostra è stata cassata per due volte dalla Commissione);
     -   L’autenticazione dell’atto principale della lista “5 stelle – Beppe Grillo” (decaduto il
         quale perderebbero efficacia tutte le altre firme raccolte negli atti separati allegati ad un
         documento che non esisterebbe più) risulta priva sia del luogo che della data
         dell’autentica da parte del Cancelliere della Corte d’Appello di Brescia, come si evince
         dalla riproduzione di seguito;
                                                                                                       5
    -   La lista a sostegno del candidato Vittorio Agnoletto include centinaia di firme (non
        ancora totalizzate al momento) le cui autentiche comporterebbero le stesse mancanze a
        noi contestate, senza ovviamente che in questo caso la Commissione abbia eccepito
        alcunché.
Contemporaneamente, alle ore 12,00 i legali della lista “Per la Lombardia” (Prof. Avv. Ernesto
Staiano, Avv. Bruno Santamaria e Avv. Luca Giuliante) provvedevano a depositare al TAR della
Lombardia il ricorso contro e nei confronti dell’Ufficio Centrale Regionale presso la Corte di
Appello di Milano ed altri, per chiedere “previa sospensione della loro efficacia da adottarsi
anche con Decreto Presidenziale,di annullare, con ogni conseguenza di legge, i provvedimenti
impugnati”. Lo stesso faceva con atto autonomo il Prof. Avv. Beniamino Caravita di Toritto in
qualità di legale del Presidente della Regione On. Roberto Formigoni.
Prima di ribadire le argomentazioni di merito già addotte in sede di istanza di riesame, il ricorso
adduce quale primo motivo di sostanza la incapacità giuridica di presentare istanza contro un
provvedimento di ammissione di lista elettorale, nonché la mancanza di titolo da parte della
Commissione Regionale di rivedere un provvedimento già assunto in tal senso (si ricorda in
questo senso che le “Istruzioni per la presentazione e l’ammissione delle candidature riguardanti
l’Elezione del Presidente della Giunta Regionale e del Consiglio Regionale nelle regioni a statuto
ordinario” emesse dal Ministero dell’Interno, ai paragrafi 27 e 28 esplicitamente prevedono che
“le decisioni degli Uffici centrali che possono essere impugnate sono esclusivamente quelle che
importano un’eliminazione di liste o di singole candidature” e che “L’impugnativa è limitata alle
sole decisioni con cui sono state eliminate liste di candidati oppure singoli candidati; pertanto
gli unici soggetti legittimati a ricorrere sono i delegati della lista alla quale si riferisce la
decisione di esclusione della lista o di candidati”).
                                        VENERDI’ 5 MARZO
Alle ore 9,45 – con prosecuzione sino alle 17,15 - riprendono le operazioni di controllo eseguite
dai collaboratori dell’On Corsaro presso la Corte d’Appello.
Il TAR della Lombardia fissa per le ore 9,30 di sabato 6 Marzo l’udienza per la discussione sulla
richiesta di sospensiva presentata dalla Lista Per la Lombardia.
Nel corso del lavoro in Corte d’Appello, in modo fortuito e senza che nessuno gliene dia notizia
formale, l’On. Corsaro (delegato della Lista per la Lombardia) scopre che la Commissione
Centrale ha fissato per le ore 17,00 l’estrazione degli ordini di lista dei candidati sulle schede.
Formalizza quindi in via immediata una istanza di rinvio, che tenga conto del tempo necessario
per la pronuncia del TAR. L’istanza viene accolta e l’estrazione è rinviata alle ore 11,00 di
lunedì 8 Marzo. Se non ci fosse stata l’occasionale opportunità di scoprire quanto stava
accadendo, sarebbe stata formata una scheda elettorale priva della candidatura del Presidente
Formigoni, anche se la Commissione ben sapeva che avevamo presentato ricorso al TAR…
Alle ore 22,30 il Consiglio dei Ministri approva il decreto legge recante “interpretazione
autentica di disposizioni del procedimento elettorale” e relativa disciplina di attuazione nel quale
– fra l’altro e senza alcuna novazione normativa – ribadisce il contenuto delle Istruzioni
                                                                                                     6
Ministeriali in materia di titolarità a ricorrere avverso decisione di ammissione di liste e di
impossibilità delle commissioni centrali di modificare le delibere di ammissione già assunte; è
inoltre ribadito il concetto della ininfluenza – ai fini della validità della procedura di autentica –
della mancanza delle formalità sulla base delle quali è stata esclusa la lista “Per la Lombardia”,
in questo riaffermando quanto da noi addotto nell’istanza di riesame prima e nel ricorso al TAR
successivamente, anche in relazione alla citata sopraggiunta giurisprudenza. Prima della
mezzanotte il Presidente della Repubblica controfirma il decreto legge.
                                          SABATO 6 MARZO
Dalle ore 9,30 alle ore 12,30 si svolge il dibattimento presso il TAR della Lombardia.
Alle ore 17,15 il TAR della Lombardia emette la propria ordinanza con la quale “accoglie la
formulata domanda cautelare e, per l’effetto, sospende gli atti impugnati e dichiara ammessa la
lista “Per la Lombardia” alla competizione elettorale di che trattasi, come già disposto
dall’Ufficio Centrale Regionale nella decisione assunta col verbale di ammissione datato 27-28
febbraio 2010”
E’ importantissimo rilevare almeno 2 aspetti della sentenza con la quale il TAR dichiara
l’ammissione della nostra lista:
     I)     In sede di esame per l’accoglimento dell’istanza di sospensiva il TAR della
            Lombardia entra nel merito del primo dei motivi addotti nel nostro ricorso, ove si
            contestava la liceità dell’istanza presentata dai radicali e la possibilità della
            Commissione di cambiare un verdetto di ammissione già deliberato. In questo senso
            infatti si legge nella sentenza che “Ritenuto poi, quanto al merito dell’odierno
            ricorso, che appare fondata la prima censura esposta dai ricorrenti poiché il
            procedimento previsto dalla legge 108/68 non sembra lasciare spazio all’esercizio
            del potere di autotutela o, comunque, di revisione dei risultati dell’atto di ammissione
            delle liste…”; e ancora prosegue dicendo “considerato che, nel caso in esame, è
            indubbio che l’Ufficio Centrale Regionale presso la Corte di Appello di Milano
            avesse già espresso la sua decisione in termini di ammissione della lista in questione,
            come chiaramente emerge dal verbale delle operazioni elettorali relative al controllo
            della lista “Per la Lombardia” che risultano iniziate alle ore 11,50 del 27 febbraio
            2010 e terminate il giorno successivo alle ore 12,00…”
     II)    In nessun punto della sentenza, il TAR della Lombardia ha ritenuto di dover citare o
            prendere atto del sopraggiunto decreto legge del 5 marzo 2010. La decisione è stata
            sul merito delle eccezioni poste dai ricorrenti, riconoscendo che l’atto di esclusione
            della lista “Per la Lombardia” era illegittimo e quindi annullandolo.
     Ciò significa che non era mai stato efficace il provvedimento di
     esclusione e che la nostra lista è stata reintegrata perché ne ha il
     pieno diritto e legittimità, senza alcuna ausilio addotto dal decreto
     governativo.
                                                                                                       7
                                   FATTI, STRANEZZE E DOMANDE
1. L'Ufficio elettorale ha ammesso la lista Formigoni, come risulta da specifico verbale, alle ore 12
   del 28 marzo. I presentatori della lista ricevono comunicazione telefonica della ammissione alle
   ore 15,00. Il Partito radicale presenta una richiesta di accesso agli atti in un'ora imprecisata del
   28/3 non essendo stata protocollata dagli uffici della Corte d'Appello. Ottiene una
   autorizzazione per via telefonica alle ore 16 e ha a disposizione le liste degli altri partiti dalle
   16,30 alle 20,00.
   Essendo la richiesta di accesso agli atti formulata dai Radicali molto discutibile (tanto che
   quasi tutti gli Uffici elettorali in Italia l'hanno respinta), come si spiega la incredibile
   celerità con cui essa è stata concessa e per di più per via telefonica e senza alcuna
   argomentazione di merito?
2. Il Partito radicale ha chiesto l'accesso agli atti ai sensi della legge 241/90 che esclude
   tassativamente all'art. 24 c.3 "le istanze di accesso preordinate ad un controllo generalizzato
   dell'operato delle pubbliche amministrazioni", come puntualmente riconfermato nelle
   motivazioni del provvedimento, con il quale l'Ufficio elettorale presso la Corte d'Appello di
   Potenza ha rigettato analoga istanza d'accesso dei Radicali.
   Perché è stato autorizzato l'accesso, in difformità dal comportamento della grandissima
   maggioranza degli Uffici elettorali che in Italia hanno ricevuto analoga richiesta e in
   difformità anche dal comportamento dell'Ufficio elettorale circoscrizionale di Milano,
   della medesima Corte d'appello?
3. la legge elettorale n.108 del 1968, all'art.8 c.2 e all’art. 10 c.5 prevede che le decisioni assunte
   dall'Ufficio elettorale regionale possano essere impugnate contro la propria esclusione solo dai
   rappresentanti delle liste eventualmente escluse, come chiaramente affermato nella succitata
   deliberazione dell'Ufficio elettorale di Potenza che, rigettando l'istanza di accesso agli atti,
   afferma: "l'istanza non appare funzionale alla proposizione di ricorso contro l'esclusione della
   propria lista ..... e l'art. 10 della 1.108/68 ammette la proposizione di ricorsi esclusivamente nei
   confronti di provvedimenti di esclusione di liste o candidati e non anche nei confronti di
   provvedimenti di ammissione di liste o candidati concorrenti).
   Perché l'Ufficio elettorale ha consentito al Partito radicale di presentare ricorso non sulla
   propria esclusione, ma sulla regolarità della documentazione di un'altra lista?
4. Il Partito radicale ha presentato all'Ufficio elettorale un esposto che è stato fatto proprio
   dall'Ufficio ed ha portato alla esclusione della lista Formigoni.
   Quale articolo della legge elettorale consente tale procedura, dal momento che l'art. 8
   della stessa legge dichiara che la funzione dell'Ufficio in questa fase termina con la
   dichiarazione di ammissione, che era già stata emessa in data 28 febbraio?
5. l'Ufficio elettorale regionale alle ore 12,00 del 28 febbraio ha certificato di aver esaminato la
   documentazione del listino Formigoni e, essendo tutto in regola, di ammetterlo alla
                                                                                                      8
    consultazione elettorale. la stessa procedura viene seguita per tutte le liste ammesse.
    Dopo l'esposto dei Radicali presentato l'l marzo, l'Ufficio ammette di:
        a.   non aver visto la mancanza di timbri su 136 firme
        b.   non aver notato la mancanza della data di autentica su 121 firme
        c.   non aver rilevato la mancata indicazione del luogo dell'autentica su 229 firme
        d.   non aver constatato la mancanza della qualifica dell'autenticante in 28 firme.
    Un totale dunque di 514 errori. Lo stesso Ufficio, in data 3 marzo, rispondendo al ricorso
    presentato dalla Lista Formigoni il 2 Marzo, oltre che respingerlo dice di aver fatto un
    riconteggio, ammettendo di aver commesso un errore di 63 firme, e fissa il numero definitivo di
    esse in 3872, di cui evidenzia la non validità per 244, senza spiegarne la motivazione.
    Riassumendo: rispetto al 28 febbraio in cui l'Ufficio ha verificato come regolari 3935 firme,
    esso ne annulla 514 1'1 Marzo su indicazione dei Radicali e altre 307 in data 3 Marzo.
    Come e da chi è stato fatto un lavoro cosi approssimativo di verifica delle liste e chi
    garantisce che anche le liste su cui non ci sono state contestazioni non contengano ugual
    numero di errori non rilevati?
6. Alcuni Uffici elettorali, fra cui quello centrale circoscrizionale presso lo stesso Tribunale di
     Milano, hanno negato l'accesso agli atti richiesto da liste concorrenti richiamando (giustamente)
     la normativa sulla privacy: "L'Ufficio centrale circoscrizionale del tribunale di Milano
     considerato che la documentazione oggetto della richiesta contiene dati sensibili e riservati di
     soggetti terzi.. .. rigetta lo richiesta. Milano 4 marzo 2010).
    E' giusto che L'Ufficio elettorale regionale abbia consentito ad un partito di vedere o
    fotocopiare e, quindi, divulgare elenchi contenenti dati sensibili come, ad esempio, recapito
    e numero di documento di identità oltre che il convincimento politico di migliaia di
    cittadini, senza il loro consenso né la loro autorizzazione? Tale procedura non configura
    un reato penale per violazione della privacy come tutelata dal D. lgs 196 del 2003?
7. I presentatori della lista Formigoni sono stati tenuti all'oscuro della autorizzazione concessa ai
    Radicali di verificare la loro documentazione.
    Perché la verifica delle liste concorrenti è stata autorizzata al Popolo della libertà solo in
    presenza dei rappresentanti di tali liste e sotto sorveglianza degli uffici, mentre la verifica
    della lista PDL è stata consentita ai Radicali senza la presenza di testimoni?
8. L'esposto dei Radicali aveva evidenziato errori analoghi a quelli ipotizzati per Lista Formigoni
     anche nella lista Penati
Come mai non è stata fatta sulle liste Penati la stessa revisione che ha portato alla esclusione
della lista Formigoni, mentre le verifiche fatte dai rappresentanti della Lista Formigoni su tali
liste hanno evidenziato errori (se si adotta lo stesso criterio contestato) in più di 800 firme, non
rilevati dall'Ufficio?
                                                                                                      9
                                       HANNO DETTO:
Valerio Onida, ex presidente della Corte Costituzionale, osserva che «i rilievi sono deboli,
toccano formalità non essenziali, che potrebbero essere regolarizzate. Anche nell’interpretazione
della legge il buon senso è un grande criterio» (repubblica.it). E a ilsussidiario.net spiega: «Se devo
presentare mille firme ma arrivo con 999, sbaglio, ma irregolarità su timbri e certificazione dei
luoghi in cui l’autenticazione è avvenuta non dovrebbe portare ad escludere la lista, al massimo ad
una sua regolarizzazione».
Massimo Cacciari, sindaco di Venezia del PD, a CNR media sostiene: «Un risultato elettorale
che si configurasse nell’assenza di candidati fondamentali sarebbe un risultato politicamente
inattendibile».
Mario Adinolfi, esponente PD, dichiara: «a me i giudici che impediscono a Roberto Formigoni
di candidarsi in Lombardia e al Pdl di candidarsi a Roma, fanno venire in mente un golpe»
(marioadinolfi.ilcannocchiale.it).

mercoledì 10 marzo 2010

svelenire il clima

Non ho molte informazioni di prima mano, ma occhio e croce, i toni usati oggi da Berlusconi mi lasciano perplesso. Mi chiedo se almeno nel Lazio non siano davvero state commesse leggerezze gravi. E se, una volta incassato il successo col TAR della Lombardia, non sarebbe meglio abbassare i toni e cercare di svelenire il clima.
Già l'avere fatto quel decreto-legge è avere creato un precedente non bello.
Adesso diamoci un attimo una calmata. Tutti. Magari ritirando il decreto, lasciandolo cadere. E parlando di contenuti, senza continuare a stare su questo polverone.

p.s.
Apprendo con amarezza l'episodio del contestatore (Carlomagno) strattonato da La Russa: troppo nervosismo. Questo mi convince ancora di più della importanza di svelenire il clima.

domenica 7 marzo 2010

Decreto salvaliste

Non c'è dubbio che sarebbe stato meglio evitare un decreto. Ma forse era il male minore, data la situazione creatasi.
Se davvero si tratta di interpretazione di regole esistenti e non di nuove regole, allora il male è davvero contenuto.
Certo, l'ideale sarebbe stato chiarire tutto prima che il gioco iniziasse. Con qualcosa del tipo: se si riscontrano (piccole) irregolarità (facilmente) sanabili esse possono essere sanate
  • entro tempi contingentati e brevi
  • dietro pagamento di sanzione.
Diverso sarebbe il caso di far firmare dei morti o degli assenti, o dei non-volenti. Ma che un partito come il PdL non abbia, tra i 12 milioni di lombardi, nemeno 3500 presentatori è una barzeletta che fa ridere i polli. Le irregolarità, in Lombardia, sono sanabili. E facilmente.

giovedì 4 marzo 2010

pasticciaccio liste

il fatto, nella sua puntualità

Errori da ambo i lati:

dal lato PdL

  • errori di leggerezza, probabilmente, nell'apparato organizzativo
  • e probabilmente anche qualche divisione intestina di troppo

dal lato delle Corti di Appello

Un uso cavilloso, iperformalistico, delle regole. Che devono, ovviamente essere rispettate e fatte rispettare. Ma nei limiti del buon senso.

allargando il campo

Qualche autocritica, sostanziale, ci potrebbe stare, all'interno del PdL: troppo sicurezza. Episodi di deplorevole leggerezza si iscrivono dentro una cornice di più ampia scontatezza.

e ora

Qualche differenza tra il caso Lombardia e quello Lazio c'è: nel senso che a fronte di una maggiore scorrettezza formale (firme nemmeno presentate) la Polverini rischia molto meno. E' molto più ingiusto quello che potrebbe accadere a Formigoni, leader apprezzato dalla maggioranza dei lombardi, capo della regione più virtuosa d'Italia, reo soltanto di scorrettezze formali che non pregiudicano la sostanza.
Piuttosto la legge dovrebbe prevedere
  • una multa, per chi ha violato in modo sanabile le regole
  • e la rapida regolarizzazione di quanto fosse sanabilmente irregolare (le persone che hanno firmato senza tutti i crismi: a) esistono davvero, b)avevano diritto a firmare, c) volevano firmare)

martedì 23 febbraio 2010

SUV

Elefanti sulle strade? Meglio di no.
Un Suv è dannoso per molti motivi.
1) Per esempio perché, pesando molto di più di una normale vettura, richiede molto più caraburante, dunque inquina molto di più.
2) Ma più ancora perchè, per difendere, offende. Non si limita a difendere, ma offende. La motivazione dei patiti dei SUV è che essi sono più sicuri. Ma certo che lo sono: per quelli che ci stanno dentro, e solo per quelli, però.
Al prezzo di una minor sicurezza per tutti gli altri (in questo senso offendono)!
2a) Sia per il fatto che chi li guida, baldanzoso per la propria garantita impunità, facilmente si sente, più o meno incosciamente, autorizzato a tutta una serie di comportamenti irresponsabili, da cui si guarderebbe bene se temesse per la propria incolumità.
2b) Sia per il fatto che, in caso di impatto, il minor danno subito da chi sta nel SUV è contrappesato in esatta proporzione da un maggior danno per chi quell'impatto lo subisce. Per non procurare nemmeno un graffietto al padrone dell'elefante, altri devono andare al camposanto.
Gli stati dovrebbero mettere al bando i SUV.

martedì 9 febbraio 2010

Eluana, un anno dopo

1.Toni: non userei toni da pasdaran. Ci sono alcune certezze, ma anche non poche domande aperte.
2. La vita è sacra, e non è un possesso del soggetto umano: è dono. E va accettata non condizionatamente, ma incondizionatamente.
3. Alimentazione e idratazione non dovrebbero essere tolte, non essendo delle terapie. Però potrebbe non essere così inutile discutere se una somministrazione non naturale di cibo e acqua non alteri la questione.
4. In ogni caso, nell'incertezza, meglio puntare sulla vita: meglio rischiare di tenere artificialmente in vita chi dovrebbe essere lasciato andare, che eliminare dalla terra dei vivi, e non meno artificialmente, chi potrebbe, nei misteriosi disegni di un Altro, restarvi ancora.

mercoledì 20 gennaio 2010

Craxi, nel primo decennale

1. I suoi accusatori: hanno seguito la strada dell'attacco personale, non hanno saputo portare argomenti politici. Non a caso a tirare le monetine comunisti erano in piazza con fascisti.
2. Giusta l'intuizione craxiana di una sinistra riformista, europea, moderna, che tagliasse nettamente i ponti coi rigurgiti neostaliniani. E questo non piaceva a troppi, nel PCI.
3. Suo maggiore limite, con la svalutazione delle regole, che gli faceva ritenere accettabile il sistema delle tangenti, una certa arroganza: non concedeva all'avversario un ruolo di reale interlocutore.
4. Comunque: un grande politico, i cui errori sono stati interessatamente enfatizzati e le cui virt? minimizzate.

venerdì 15 gennaio 2010

vessazioni di Stato

Inutilmente vessatorio: lo Stato verso i cittadini che, per la prima volta oltretutto e per distrazione, hanno omesso adempienze burocratiche, come la revisione biennale del veicolo.
1) Perchè non creare una Banca Dati nelle Motorizzazioni Civili provinciali e avvisare il cittadino che sta per scadere un termine? Con la tecnologia di oggi, ciò sarebbe a costo minimo, tanto più se l'avviso fosse recapitato per via telematica.
Che cosa conta di più:
  • cogliere qualche pollo in castagna (quanti, in percentuale? uno su 5 è già tanto, e gli altri viaggiano sulle strade come ignare mine vaganti)
  • o fare in modo che solo in malafede si possa viaggiare attentando alla sicurezza, propria e altrui?
2) Perché ritirare fisicamente la carta di circolazione? Nel 2010 dovremmo liberarci di questi feticci e usare tutte le potenzialità che la tecnologia ci offre.
Una settimana perchè la carta sia spedita via posta (!!!) dalla stazione dei cc all'UMC ? un assurdo!

sabato 2 gennaio 2010

mandanti ed esecutori

Un ragazzo di 23 anni ha cercato di far esplodere un aereo, un altro, di 28, ha cercato di massacrare un uomo, reo di avere "oltraggiato" il suo profeta. Giustamente i due sdaranno condannati.
Ma chi si preoccupa dei loro mandanti?
Non sono questi ultimi molto piu' colpevoli?