giovedì 15 ottobre 2009

bocciata la legge anti-omofobia

I fatti:

  • estate 2009: stillicidio di aggressioni contro gay e coppie gay, specie a Roma;
  • in seguito a tali fatti si muove uno schieramento bipartisan per realizzare una legge che tuteli i gay dalle violenze: la legge contro l'omofobia;
  • a ottobre la legge, concordata tra il ministro (PdL) Carfagna e esponenti dell'opposizione viene redatta in commissione e lì approvata da una larghissima maggioranza (PdL, Lega, PD, IdV);
  • 12 ott: alla vigilia del voto in aula alla Camera un alto prelato romano rilascia dichiarazioni che equiparano la legge anti-omofobia ad un attacco alla Chiesa;
  • 13 ott: contro ogni previsione, PdL e Lega approvano una eccezione di costituzionalità alla legge, presentata dall'UDC, che seguendo l'indicazione ecclesiastica si oppone strenuamente alla nuova legge; questa pertanto viene bocciata ad opera delle stesse forze, che solo un giorno prima in commissione, l'avevano approvata.

Considerazioni di primo livello:

  • la gerarchia ecclesiastica ha un grande potere di influenza sul Parlamento italiano;
  • questo potere viene usato per contrastare i cosiddetti diritti dei gay (i DICO prima, la legge contro la violenza adesso);
  • non viene invece usato per sensibilizzare al problema delle persecuzioni dei cristiani in molte parti del mondo;
  • e neanche per ridiscutere, ad esempio, in senso restrittivo, la 194.

Considerazioni di secondo livello:

  • I gays sono il pericolo numero uno al mondo? Ha senso paventare una dittatura mondiale delle lobbies gays?
  • Questa scelta della gerarchia ecclesiastica risulterà comprensibile alla maggior parte della gente? Renderà la Chiesa e il suo messaggio più apprezzabile? Crescerà il numero di gente disposta a muoversi in favore dei cristiani perseguitati?
Sono domande aperte...


La cristianofobia avanza: vero. Tragicamente vero.
[qui a destra si vedono dei cristiani indiani costretti alla fuga perché perseguitati]
Ma avanza grazie anche a scelte che rendono il Cristianesimo più antipatico del necessario. Come quella di cui stiamo parlando qui.

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